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Salviamo i nostri beni

Questo è un articolo che mai avrei voluto scrivere, purtroppo però gli eventi lo impongono.
Chi vuole informarsi senza preconcetti politici, magari rivolgendosi a quotidiani economici, o interessandosi a siti specializzati, o a economisti di indubbio prestigio internazionale non legati a partiti, ha ormai capito che i conti pubblici italiani sono un disastro.
In realtà basterebbe non coprirsi gli occhi e vedere che la crisi dura da più di un anno e l’uso di ammortizzatori sociali ha dissanguato le già fragilissime casse statali, colpite da un debito pubblico pazzesco.
Facile capire ciò, ma dobbiamo sempre sentircelo dire per esserne certi e, anche se ce lo spiegano, facciamo finta di nulla pensando allo ”stellone italico..”
Proprio ieri sera la trasmissione Reporter, dell’ottima Gabbanelli, parlava di Equitalia, l’agenzia di riscossione del credito che si comporta da usurai o utilizza metodi da intimidazione.
Vi ricordate l’articolo precedente che parlava proprio di Equitalia e Inps che stanno massacrando migliaia di aziende e privati cittadini?
Mi auguro che chiunque legga il mio blog abbia capito che lo stato è alla ricerca spasmodica di denaro.
Non importa con quale metodo: basta che lo trovi.
Se non lo avete capito, allora è triste davvero.
Partiamo proprio da Equitalia, che ha il vizietto di ipotecare i beni altrui, anche senza comunicarlo agli interessati e spesso lo fa persino per crediti ridicoli, per trattare un argomento delicato, che non riguarda solo i venditori: tutelare i nostri beni.
La crisi e l’amministrazione pubblica stanno uccidendo centinaia di migliaia di aziende grandi, piccole e piccolissime.
Lo Stato paga i suoi debiti con ritardi pazzeschi e anche con i privati le cose non funzionano.
Avere giustizia in questo paese è una chimera e, se sei del sud Italia, è ancor peggio.
Non c’è tutela e i lavoratori autonomi sono solo carne da macello.
Ci vuole poco, dopo molti anni di lavoro, a ritrovarsi rovinati e con i beni sequestrati o ipotecati.
Che si può fare?
Premettendo che un buon fiscalista vi può consigliare senz’altro meglio del sottoscritto, vi dico una massima di un importante economista:
I veri ricchi, in Italia, sono i nullatenenti”.
Nella malaugurata ipotesi che voi siate imprenditori in questo paese alla rovina, vedete di intestare i vostri beni a persone di fiducia: genitori, fratelli, sorelle, figli.
Per i vostri consorti legittimi, state attenti alla comunione dei beni: evitatela!
Conti correnti non con nomi vostri, tranne uno dove opererete per lavoro, lasciandovi depositato il minimo indispensabile.
Non intestate a voi le auto e, se volete scaricare le spese, fatevi fare una procura a vostro nome.
Cercate di far di tutto per essere onesti e non avere problemi con l’amministrazione pubblica, ma, nel caso non riusciate (come è probabile), salvate i vostri beni, perché non è giusto, dopo una vita di lavoro, perdere tutto per colpa di un Paese arretrato e di un’ amministrazione incapace.


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